Post by Massimo MancaPost by F. P.E quali sono le migliori grammatiche greche in italiano?
Mah, "migliore" in questo campo non esiste.
Vorrei una
Post by F. P.grammatica che fosse rigorosa e completa, ma pur sempre di livello
liceale, non universitario (non credo proprio che si possa partire da
livelli universitari...).
Beh, diciamo che questa potrebbe forse fare al caso tuo. E'
http://www.carocci.it/carocci/servlet/LoadPageNet?page=32&init=sec&act=scheda&cod=2491
E ha il vantaggio che se non ci capisci qualcosa trovi gli autori su ICCl ;)
Dovrebbe trattarsi de "La lingua dei Greci. Corso propedeutico". A
cura di Antonio Aloni.
Il link segnalato è quello relativo alle novità di qualche mese fa.
Adesso il link giusto è il seguente:
http://www.carocci.it/carocci/servlet/LoadPageNet?page=32&init=sec&act=scheda&cod=2491
Nella presentazione si parla anche di una "serie sistematica di
supplementi on-line - consultabili nel sito web della casa editrice",
che però non sono ancora disponibili.
Comunque, mi sembra che quest'opera colmi una lacuna e renda anche
disponibile, finalmente, in tutte le librerie e anche nelle
biblioteche una buona grammatica greca. Infatti, con la scusa che si
tratterebbe di "scolastico", in Italia accade normalmente che le
librerie non scolastiche non dispongano di corsi di lingua greca
(qualche volta da Feltrinelli si trovava la "Grammatica greca" di
Pieraccioni, o quella della Loescher, a cura di
Lukinovich-Rousset-Montanari, ma era quasi un caso. Impossibile invece
trovare quella che attualmente mi sembra la più completa, quella di
Agnello-Orlando (Palumbo). Peraltro, questa assurdità per cui anche i
libri scolastici "di qualità" (non i manuali per le scuole medie o
anche per le superiori ma di cattiva qualità) non siano disponibili
nelle librerie ordinarie, anche quando si tratta di manuali per
imparare le lingue o di testi di consultazione dovrebbe essere
superata per il fatto che con il 3+2 all'università molte case
editrici stanno "riciclando" il loro catalogo scolastico per il
"triennio" delle superiori in versioni adatte al triennio iniziale
dell'università (e questi testi si trovano più facilmente nelle
normali librerie).
Del resto, la qualità dell'editoria scolastica italiana in certi
settori va ben al di là della stessa possibilità di molti studenti e
anche docenti di apprezzarla in pieno. È curioso che alcuni degli
autori di questi manuali scolastici siano spesso docenti liceali (o ex
docenti) che potrebbero degnamente occupare una cattedra
all'università (e in qualche caso poi ci sono pure riusciti), mentre
una fetta consistente dei loro colleghi che questi manuali adottano
non legge neppure le parti manualistiche che non sono soliti spiegare.
Si è così verificato, per il settore che meglio conosco, ossia quello
filosofico, lo stravagante fenomeno di manuali cosiddetti scolastici
che hanno surclassato i loro equivalenti "universitari" (ad es.
l'Abbagnano-Fornero nella parte dedicata alla filosofia moderna) o che
offrono apparati più completi e analisi più approfondite di manuali di
impianto e dimensioni maggiori (ad es. il
Cioffi-Luppi-Vigorelli-Zanette, manuale "scolastico" edito dalla Bruno
Mondadori, che tratta un autore come Hegel in modo più esaustivo del
pur eccellente manuale universitario Rossi-Viano, edito da Laterza):
con i nuovi corsi 3+2 in effetti gli steccati tra editoria scolastica
e universitaria stanno saltando (esempi: la Elemond, che con il
marchio Mondadori Università ha riproposto alcuni titoli - la
Letteratura italiana di Ferroni e la Letteratura greca di Guidorizzi,
già edite con il marchio Einaudi scuola). Ma la cosa più divertente è
costituita da una recente monografia storica sulle "Filosofie del
Novecento", a cura di Giovanni Fornero e Salvatore Tassinari, edita da
Bruno Mondadori, a destinazione "generalista", di oltre 1500 pagine:
essa, peraltro di ottima fattura, è stata composta come una sorta di
patchwork utilizzando le parti dei manuali scolastici di Fornero,
Tassinari e di altri autori del gruppo Paravia/Bruno Mondadori. Questo
non va affatto a discapito della qualità dell'opera, ma è semmai una
prova del fatto che ciò che si propone per la scuola secondaria in
Italia può andar bene anche in altri settori (cosa che immagino non
accada né in Germania, né in Inghilterra, né in Spagna e nemmeno in
Francia, dove pure ci sono più organici rapporti tra scuola e
università).
Si pensi a un altro fenomeno: prima che uscisse la Grammatica italiana
di Luca Serianni (1987), non esistevano grammatiche italiane veramente
rigorose e complete, perché, almeno fino agli anni '60, ci si
preoccupava piuttosto di redigere accuratissime grammatiche e sintassi
latine, a destinazione scolastica, che di dedicare la stessa cura per
compilare buone grammatiche italiane: è un fenomeno su cui
occorrerebbe che qualcuno faccia una ricognizione di carattere
storico-sociale, anche in riferimento all'insegnamento dell'italiano e
del latino nella scuola e nell'università. E non è, ovviamente, una
questione relativa alla recezione della linguistica contemporanea:
sarebbe stato possibile scrivere una grammatica italiana completa e
accurata già quarant'anni fa anche senza adottare una prospettiva
strutturalista o generativista, semplicemente con un uso rigoroso
delle categorie tradizionali. Ma la cosa veniva ritenuta superflua, in
base probabilmente al pregiudizio per cui soprattutto la sintassi
italiana non avrebbe regole proprie rigorose, sicché si poteva
supporre che quella del latino fungesse da modello di riferimento
anche per l'italiano.
Scusate se sono andato un po' OT.
Teo Orlando