Post by Gattalberto GattofrioSarei tentato dal Montanari, senonche' anche la tentazione di aver un
vocabolario imparentato
con Alice e' forte... ;-)
io consiglierei il Montanari senza esitazione, ma se hai buona dimestichezza
con l'inglese allora meglio ancora il Liddel-Scott-Jones, solo che:
1) del Montanari credo stia per uscire una nuova edizione, quindi meglio
aspettare
2) il LSJ lo trovi anche in rete al sito di Perseus
in ogni caso puo' andar bene anche un lessico per radici; e' bello quello di
L. Bottin, "Etymon", Bergamo: Minerva Italica, 1990, ma non so se sia ancora
in commercio. ma non c'era gia' stato un thread sui dizionari qui? e se si,
come si recupera?
Post by Gattalberto GattofrioSenza dubbio, difatti quando studiavo greco da autodidatta mi fu
fondamentale la lettura
del saggio curato dal Vernant !
quale? forse dici "L'uomo greco", a cura di J.P.V, Laterza, anni 90?
Post by Gattalberto GattofrioTra l'altro, alla luce di quella lettura, mi resi conto di non aver bene
compreso la filosofia greca
il problema della filosofia greca e' la sommatoria di panzane che vi si
trovano, spesso, nei manuali, specie quelli scolastici. in particolare per i
presocratici ti consiglio l'ignorato (dall'establishment) Antonio Capizzi,
"La repubblica cosmica. Appunti per una storia non peripatetica della
nascita della filosofia in Grecia", Roma: Edizioni dell'Ateneo, 1990
(Capizzi e' recentemente scomparso, purtroppo, un po' nel silenzio: un suo
profilo lo trovi qui: http://lgxserver.uniba.it/lei/Capizzi.html)
Post by Gattalberto GattofrioPost by Alessandro Iannuccie infine, quattro: restando nella metafora
natatoria, e' meglio imparare a nuotare a Ponza o al lido delle Nazioni?
umh... se esso si trova dove penso io (a Ostia), suppongo sia molto meglio a
Ponza...
no, e' uno dei sette lidi ferraresi, dove si dice approdasse Diomede (e,
pare, cerco' subito di ripartire, forse scoraggiato dal puzzo di anguilla o
dalle zanzare)
Post by Gattalberto GattofrioL'annetto di studio da autodidatta mi ha aperto le porte di un mondo
meraviglioso: da allora
il mio modo di leggere la nostra cultura occidentale e' davvero diverso.
questo e' bello e illuminante, in modo sinistro, di come viceversa il liceo
classico possa produrre persone che non solo dimenticheranno greci e latini
(e questo va bene, e' comprensibile), ma che ne proveranno per il resto dei
loro giorni una forte repulsione. colpa di senofonte? puo' darsi. ma forse
anche di foscolo. certo se oggi dicessi a uno dei miei compagni di scuola di
allora con cui si cantava insieme Guccini che erano stati proprio gli
'odiosi' lirici greci (letti attraverso quasimodo, cosa che puo' essere
fatta dopo i quaranta o subito prima, non a quindicianni) i primi a cantare
"L'avvelenata", oppure a creare hit erotiche come il famoso epodo di Colonia
di Archiloco che all'epoca dovette essere un successo del tipo "My Sharona"
degli "Knack" , mi prenderebbero per matto. in quell'eta' cosi' bella, e
cosi' piena di ormoni si puo' capire la "Lisistrata", e magari ci si diverte
a leggere insieme l' "Elena" di Euripide come se fosse una commedia (cosa
che del resto e'). e invece ti fanno leggere quelle frasette sciatte in cui
i Greci risultano dei moralisti preoccupati della temperanza, della nobilta'
(molto in stile ancient-regime) e della virtu' (concetto per cui non hanno
nemmeno la parola, che ben altro significa il greco arete'), di onorare la
patria e i propri padri, dediti a un'etica sorprendentemente protestante
oltre che puritana (lavora, astieniti da tutto, respingi i desideri -
epithumiai - che corrompono - diaphteirousi - e ne avrai grandi benefici).
il tutto in un gran tripudio di ancelle (che non hanno, ahime', nulla di
ancillare), di araldi (e che sono?) che annunciano la vittoria (quale? e
perche' si combatteva?), di agricoltori (c'erano agricoltori all'epoca? e
se si, c'erano anche le quote UE?) che seminano il campo, e le immancabili
porte (thurai) che si aprono e chiudono, mentre i pedagoghi s'informano e a
Maratona si combatte. il tutto reso con un continuo ricorso al gerundio, che
peraltro in greco non c'e' (da qui uno dei maggiori psicodrammi: ma se in
greco e' un participio perche' noi dobbiamo tradurlo con il gerundio?
risposta: perche' quello che i greci dicono usando il participio noi lo
diciamo usando il gerundio).
Post by Gattalberto GattofrioPost by Alessandro Iannuccinon lo so, ma non credo. mi sembra piu' una distorsione del tipo di
insegnamento linguistico pre-saussuriano che si teneva nelle universita'
all'epoca in cui si sono formati quei famosi insegnanti, tra cui la mia
che
Post by Alessandro Iannuccisosteneva la non esistenza della sintassi nel greco.
qui c'e' qualcosa che mi sfugge: non credo che il modo di insegnare il
latino
nelle universita' fosse molto piu' moderno, eppure sono state prodotte molte
e paginose sintassi latine...
anche a me; credo di aver scritto quella frase pensando non a qualcosa di
preciso ma a una sorta di spirito generale che aleggiava sugli studi di
lingua prima e dopo la rivoluzione saussuriana. cioe': credo che prima la
glottologia (cosi' si chiamava, con dotta parolona forse di origine tedesca)
si atteggiasse a scienza esatta e meccanica. per cui meccanicamente puo'
essere quasi vero: nel latino - lingua scritta, a parte Plauto e pochi
altri - la sintassi e' articolata e minuziosa, e soprattutto, vi e' una
corrispondenza quasi esatta tra norma e uso (anche quando l'uso viola la
norma, ma lo fa per un preciso scopo stilistico). il greco - lingua molto
orale anche nei testi scritti, almeno fino a Callimaco - presenta
un'apparente semplicita' sintattica, che e' la stessa del parlato. ma anche
nel parlato si usano costruzioni non solo ad sensum, si subordina, si
connettono frasi. eppero' se la sintassi latina puo' essere scientificamente
ricostruita come un sistema in certo modo chiuso, pur nelle mille
variazioni, la sintassi greca si presta meglio a descrizioni di usi in cui i
concetti (glottologici) di norma/eccezione fanno continuamente a pugni.
ecco, credo che lo spirito saussuriano, e la nuova disciplina che oggi si
chiama - anche nell'ordinamento universitario - 'linguistica', abbia un po'
sbaragliato tutte queste precomprensioni. esiste un sistema (o struttura?)
la 'langue' che ha regole generali e universali, anche sintattiche, poi
esiste il concreto dei parlanti (o degli scriventi): la "parole". il
Kuhner-Gert (1898-1904) la cui stessa esistenza dovrebbe smentire ogni
dubbio sull'esistenza di una 'sintassi' greca viene prima di Saussure,
certo, ma era un repertorio ad uso esclusivo dei doctiores che vi cercavano
rassegne di usi linguistici buoni per sanare o integrare un passo corrotto
(o piu' semplicemente per intendere un passo oscuro). il nuovo spirito dei
tempi - appunto saussuriano - ha invece reso possibile, credo, libri come
quello di Nicola Basile, o quello piu' stringato di Tusa Massaro. ma non so,
forse mi sbaglio, e il poco rilievo dato alla sintassi del greco nella
tradizione scolastica e' stato solo un casuale frutto della manualistica
(che si riproduce da se stessa). per capire meglio bisognerebbe indagare
come si e' fatto in altri paesi.
j.